ARTE E IMMAGINE: imparare a raccontare il mondo generando consapevolezza fuori e dentro di noi


L’arte ha sempre cercato di raccontare il mondo attraverso le immagini, ma che tipo di mondo racconta?

In questo articolo desideriamo parlarvi di come l’educazione artistica possa essere uno strumento utile per la narrazione e la comprensione della realtà esterna e delle dinamiche interne a ciascuno di noi.

Mimesis: l’arte che ricerca la perfezione nella Natura

Già nell’antica Grecia ci si interrogava su quale fosse l’idea alla base della creazione delle opere d’arte. La mimesis (μίμησις) verso la Natura è stata, per molto tempo, il modello a cui ambire: si pensava, infatti, che più un soggetto, o un oggetto, fosse vicino a ideali forme naturali e ne raccontasse la realtà, più esso acquisisse valore in termini di bellezza, verità e bene. Sia Platone che Aristotele vedevano nella mimesis la raffigurazione della Natura; l’arte (al tempo Techne – Τέχνη), però, non rappresentava solo imitazione del mondo fisico, ma anche ricerca di simmetria, regole matematiche e perfezione, proprio attraverso il processo produttivo.

Aristotele analizzò principalmente l’arte drammaturgica individuandone la natura imitativa, in contrapposizione al pensiero di Platone che guardava più ad aspetti soggettivi e psicologici. Nell’opera Poetica (Περὶ ποιητικῆς) Aristotele precisa e rende canonica la mimesis e individua in essa l’origine dell’impulso artistico: “un naturale piacere dell’imitazione”. Aristotele teorizza che l’attitudine imitativa, sia propria degli esseri umani e con essa le persone possano plasmare se stessi attraverso l’azione. L’imitazione della Natura è, quindi, propedeutica alla conoscenza della verità.

Nella Storia dell’Arte globale la mimesis ha avuto un ruolo visivo importantissimo: è proprio attraverso l’osservazione e la riproduzione del mondo che ci circonda, per come è, che gli artisti e le artiste hanno reso possibile lo sviluppo di stili e sperimentazioni differenti, nonché lo sviluppo di studi scientifici come la botanica, la zoologia e anche l’anatomia (cfr. approfondimento “L’illustrazione botanica”).

Con l’arrivo dell’Umanesimo rinascimentale, in occidente, l’arte cambia il proprio focus. Ora è l’essere umano ad essere al centro diventando un “microcosmo” in cui si riflettono tutti gli elementi divini e universali. Questa nuova idea del mondo e dell’essere umano richiede una rivoluzione anche nel modo di rappresentare le cose: si introdussero, infatti, le illusioni visive grazie alla prospettiva che, per la prima volta, apre al punto di vista di chi realizza l’opera. L’artista diviene parte attiva della composizione, poiché non più solo imitatore della realtà, ma osservatore che utilizza il mezzo artistico come modo per: esplorare lo spazio, decidere una gerarchia visiva e costruire una struttura narrativa, sottolineando, così, l’importanza dell’intelletto e della capacità conoscitiva. Con l’Umanesimo l’arte diviene a tutti gli effetti una forma di conoscenza non più solo legata a un processo produttivo, ma collegata all’ambito cognitivo.

Leonardo Da Vinci – Uomo Vitruviano

APPROFONDIMENTO
L’illustrazione botanica

Prima dell’avvento della fotografia, che oggi ci permette immagini ad altissima risoluzione, osservare la natura e riprodurla non aveva solo un ruolo estetico o decorativo, ma era un vero e proprio mezzo con cui medici, farmacisti e scienziati potevano studiare e catalogare piante, animali o parti anatomiche.

L’illustrazione botanica, in particolare, è caratterizzata dall’uso dell’acquerello: strumento veloce e facile da trasportare, in un tempo in cui la tempera in tubetto non esisteva ancora. La più antica raccolta conosciuta di illustrazioni botaniche è il Codex Aniciae Julianae, una copia del De Materia Medica, opera creata dal botanico greco Pedanius Dioscorides tra il 50 e il 70 d.C.

Richiedendo una grandissima capacità artistica e tecnica, dal XVIII secolo in poi, l’illustrazione botanica divenne una vera e propria professione riconosciuta e rispettabile.
Tra le figure di spicco che si ricordano per la loro abilità troviamo: la tedesca Maria Sybilla Merian (1647-1717) e sua figlia Johanna Helena Herolt (1668-1723).

ATTIVITÀ PRATICA:
esci, osserva la natura e riproducila

Questa attività consente di:
● conoscere e approfondire una tecnica artistica;
● stimolare la manualità fine attraverso il disegno;
● favorire l’interazione con il gruppo classe;
● aumentare la capacità di osservazione e rielaborazione.

Organizzate una visita a un parco o a un giardino vicino, oppure, uscite nel cortile scolastico con fogli o blocchi da acquerello, colori in pastiglia, acqua e pennelli (se non fosse possibile vanno bene anche le matite colorate e carta da disegno). Osservate insieme piante, fiori o insetti presenti e decidete quali riprodurre: è molto importante che sia l’osservazione a guidare la realizzazione dell’opera e ci sia una particolare attenzione a ricreare sfumature, forme e dettagli.

Impressionismo ed espressionismo: l’arte che racconta la luce, ciò che ci colpisce dall’esterno e ciò che indaga i moti interiori

Dopo aver osservato come l’arte ci permetta di studiare e raccontare il mondo esterno attraverso l’imitazione, facciamo un salto ideale e dall’illustrazione botanica, passiamo ad analizzare come viene raccontato il mondo da due correnti artistiche: l’impressionismo e l’espressionismo. Principalmente possiamo riassumere che: l’impressionismo, contemporaneo alle recenti sperimentazioni fotografiche di allora, cerca di catturare l’impressione, l’attimo luminoso, mentre l’espressionismo, per la prima volta, si concentra su ciò che sta dentro l’individuo, lo porta fuori e con le emozioni arriva a deformare la realtà visiva filtrandola e ricostruendola. Cosa hanno in comune? Una resa della realtà non più necessariamente fedele all’imitazione ottica della stessa. Ciò che vediamo, infatti, in entrambi i casi è una resa rielaborata dal processo conoscitivo: nel primo caso, l’osservazione della luce, nel secondo, l’ascolto emotivo.

Claude Monet – Impression, soleil levant

Con impressionismo ed espressionismo una parte della storia dell’Arte occidentale ed europea prende le distanze dalla mimesis e si concentra sulla reinterpretazione personale, come già successo con l’Umanesimo. L’essere umano diviene sempre più centrale nell’indagine artistica e anche quando non presente direttamente, come soggetto rappresentato, esso è sempre presente come soggetto attivo perché è attraverso la sua rielaborazione e reinterpretazione visiva e/o emotiva che racconta il suo mondo personale.

Proprio nell’aspetto espressivo e di rielaborazione troviamo il punto di forza dell’educazione artistica nelle scuole: oltre ad educare all’immagine e all’estetica, può favorire la comprensione e la comunicazione di ciò che si sente dentro. Ci sono molti esempi di laboratori attivi in cui si lavora, sul gruppo classe, in collaborazione anche con psicologi, psicoterapeuti e arteterapisti con l’obiettivo, ad esempio, di rafforzare la comunicazione e la capacità relazionale. Di seguito vi suggeriamo delle attività pratiche che speriamo possano diventare esercizi utili per conoscere gli altri e conoscere meglio se stessi.

APPROFONDIMENTO
La pittura en plein air

Una delle caratteristiche principali dell’impressionismo è la pittura en plein air (all’aria aperta) resa possibile dalle innovazioni tecniche sulle tempere che per la prima volta diventavano trasportabili (l’invenzione del tubetto di metallo morbido è del 1841 ad opera di John Rand). Rispetto alla pittura in studio, la pittura all’aria aperta dava la possibilità di sperimentare e catturare direttamente la luce, come? Attraverso pennellate veloci, tocchi di colore, l’assenza del disegno e le ombre colorate.

ATTIVITÀ PRATICA:
osserva chi sta attorno a te, come lo colpisce la luce?

Questa attività consente di:
● rafforzare la capacità di osservazione e rielaborazione;
● favorire l’interazione con il gruppo classe;
● sperimentare una tecnica che non prevede un disegno preparatorio.

Invitate studenti e studentesse ad osservare la luce fuori e dentro la scuola individuando i punti più luminosi. Chiedete poi di dipingere (senza disegnare prima il soggetto e utilizzando le ombre colorate), o fotografare, lo spazio scelto immortalando colori, taglio della luce ed eventuali personaggi creando, così, un percorso visivo che indaghi la luce e come essa “cambia” colori e forme.

APPROFONDIMENTO
Colori che “urlano”

Ciò che caratterizza maggiormente l’espressionismo è l’uso del colore: totalmente antinaturalistico e soggettivo. L’espressionismo fa riferimento all’arte primitiva africana e ai colori che arrivano da fuori Europa (si sviluppa infatti in un periodo di forte curiosità verso ciò che è esotico); i colori diventano uno strumento per raccontare passioni ed emozioni e quindi spesso sono colori aggressivi, urlanti e dinamici, così come forme e strutture.

ATTIVITÀ PRATICA:
colori urlanti

Questa attività consente di:
● rafforzare la capacità di introspezione e comprensione delle proprie emozioni;
● favorire la discussione e l’osservazione sulla resa emotiva del colore;
● rafforzare il coordinamento mano – occhio e osservare la gestualità nella stesura del colore;
● sperimentare una tecnica che non prevede una progettazione ma un contatto diretto con la propria interiorità.

Fase 1: chiedete a ogni studente e studentessa di scegliere e concentrarsi su di una emozione (quella che provano o anche una diversa), possono comunicarla al gruppo classe o meno (non forzate la condivisione).

Fase 2: ogni ragazzo/a prepara davanti a sé un foglio o un pezzo di tela (almeno della dimensione di un A3), tempere e pennelli.

Fase 3: chiedete a ragazzi e ragazze di chiudere gli occhi, concentrarsi sull’emozione e “buttarla fuori” in modo immediato ed astratto utilizzando pennellate e colori, è importante ricordare loro che devono sospendere il giudizio estetico e lasciare che sia l’emozione a guidarli. A lavoro concluso potete organizzare un circle time per osservare le emozioni e parlare tutti insieme dell’esperienza vissuta.

Come abbiamo visto e sperimentato, anche attraverso le diverse attività proposte, l’approccio artistico e creativo diventa, a tutti gli effetti, uno strumento utile e duttile per comprendere meglio la realtà esterna ed interna a noi.

Nei nostri percorsi di Educazione Digitale proponiamo attività di disegno e creatività per favorire la rielaborazione di temi non relativi all’ambito artistico. La connessione “concetto/immagine” favorisce, infatti, un apprendimento solido poiché stimola il nostro cervello attraverso l’ambito cognitivo, con le informazioni, sensoriale, con lo stimolo visivo e motorio, attraverso la manualità fine necessaria alla produzione dell’elaborato finale.

Favorire lo sviluppo dell’attività artistica nei più piccoli, o la riscoperta nei più grandi, significa favorire un rafforzamento della capacità di osservazione, generare consapevolezza verso le proprie dinamiche espressive e migliorare la capacità di risoluzione di problemi attraverso abilità pratiche e progettuali.