Smartphone a scuola: l’importanza dell’educazione digitale per la salute mentale

Torna saltuariamente, almeno dai primi anni 2000, il dibattito sull’utilizzo degli smartphone nelle scuole. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha introdotto il divieto, dall’a.s. 2024/2025, del loro utilizzo,  anche per fini didattici, nelle scuole primarie e secondarie di I grado, poi esteso nell’a.s. 2025/2026 agli istituti di ogni ordine e grado, salvo eccezioni per la didattica.

Una decisione che riaccende il dibattito: lo smartphone è un nemico della salute mentale o uno strumento educativo da imparare a usare?

Lo smartphone e i suoi effetti su bambini e adolescenti

Ci sono vari studi sulle ricadute dell’utilizzo di social media, di app, e quindi del mezzo attraverso cui ne fruiscono bambini e adolescenti, ma la strada per arrivare a inequivocabili certezze scientifiche è ancora lunga. La maggior parte delle ricerche, in ogni caso, evidenzia come la salute mentale e fisica sia influenzata negativamente dall’esposizione prolungata e continua agli smartphone.

Pedagogisti, psicologi ed educatori hanno visioni diverse e mentre c’è chi vorrebbe vietare totalmente la presenza di cellulari nelle scuole, ci sono altri che ritengono l’educazione digitale al corretto utilizzo, stimolandone un uso responsabile e consapevole, una strada più realistica per aiutare le generazioni native digitali a interfacciarsi con questa tecnologia in modo sano.

Lo smartphone come strumento di didattica digitale

È impossibile negare che oggi l’accesso al sapere sia veicolato principalmente dal mondo virtuale. Lo smartphone, perennemente nelle mani e nelle tasche degli adolescenti, può diventare un portale di accesso alla conoscenza, se si insegna loro a usarlo correttamente in questa maniera.

App educative, enciclopedie digitali, creazioni di contenuti come presentazioni multimediali dei lavori scolastici, strumenti di comunicazione per facilitare lo scambio di informazioni interclasse e con l’insegnante, sono solo alcuni esempi di un uso efficiente dello smartphone per la scuola. La didattica digitale ha e avrà un ruolo sempre più centrale nella scuola del domani; anche i più nostalgici dovranno arrendersi al fatto che carta e penna non bastano più come strumenti educativi nel mondo iperdigitalizzato in cui vivranno le nuove generazioni.

Perché serve l’educazione digitale a scuola

Allo stesso tempo dobbiamo avere consapevolezza di aver affidato a bambini e adolescenti uno strumento estremamente potente e il modo in cui questi ne fruiscono sfugge spesso al controllo di genitori e insegnanti. La maggior parte dei teenager dichiara infatti di essere autonomo nell’utilizzo del proprio smartphone, ma gli effetti dell’esposizione senza filtri ai contenuti digitali possono essere catastrofici per persone estremamente giovani, a cui manca la maturità e l’esperienza per identificare contenuti idonei da fake news, truffe, contatti indesiderati (più in generale, la capacità di identificare i pericoli del web, tratto che spesso è carente anche nei più grandi).

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Salute mentale e smartphone: cosa ci dicono gli studi

In una articolo pubblicato su “Teoria e Prassi – Rivista di Scienze dell’Educazione” dal titolo Impatto dell’astinenza da cellulare sull’ansia e sui bisogni psicologici dei giovani tra i 14 e i 18 anni. Ricerca quali-quantitativa “Challenge4Me”, lo studio ha messo in evidenza come “Il processo di costruzione della propria identità spinge gli adolescenti e i giovani a navigare in rete, a connettersi costantemente e a chattare sui social network usando il cellulare, strumento spesso percepito come parte della propria identità”.

C’è dunque l’identificazione dello smartphone come estensione del sé, rapporto che può rivelarsi pericoloso per il benessere mentale dato che sono stati rilevati maggiori livelli di ansia, depressione e alienazione rispetto alla socialità dovuti a un utilizzo prolungato del cellulare. Un effetto di correlazione che, per il momento, non è ancora stato dimostrato sia causale.

Un articolo di Twenge, Joiner, Rogers, & Martin pubblicato sulla rivista “Clinical Psychological Science” nel 2018, ha mostrato come sintomi depressivi e tassi di suicidio siano aumentati tra gli adolescenti tra il 2010 e il 2015, specialmente tra le ragazze. Gli autori evidenziano come “gli adolescenti che spendono più tempo sui new media (inclusi social media e dispositivi elettronici come gli smartphone) sono più propensi a riportare problemi di salute mentale, a differenza degli adolescenti che passano più tempo in ‘attività senza schermi’ (interazioni sociali di persona, sport/esercizi, compiti, media stampati). Dal 2010, la iGen ha passato più tempo in attività con new media virtuali e meno tempo in attività non-screen”.

La Società Italiana di Pediatria ha invece lanciato un allarme per quanto riguarda l’aumento di disturbi alimentari collegati alla fruizione dei social media: “L’attività di visualizzazione di fotografie sui social network può contribuire all’insorgenza di disturbi nella percezione dell’immagine corporea. Uno studio ha a tal proposito dimostrato come il numero di ‘mi piace’ che accompagnano una foto può influenzare l’insoddisfazione rispetto al proprio corpo”. La percezione di sé, fisica e mentale, viene influenzata dall’uso dei social e dalla possibilità di seguire celebrità, che si aspira a emulare nell’ideale di bellezza da loro propugnato, impossibile da raggiungere, “che promuove l’insorgenza o la persistenza di un disturbo del comportamento alimentare, dismorfofobia e anoressia”.

Cyberbullismo, grooming e altri pericoli online

Minacce più facilmente riconducibili all’uso dello smartphone e alla vita digitale sono quei fenomeni ormai riconosciuti e affrontati con campagne di sensibilizzazioni e formazioni, pubbliche e private. Cyberbullismo, phubbing, da phone (cellulare) e snubbing (snobbare), che avviene quando si prediligono le interazioni con il telefono piuttosto che quelle con persone presenti, o anche il grooming (adescamento web) e il sexting sono pericoli a cui sono ormai esposti quotidianamente giovani e giovanissimi, soprattutto bambine e ragazze.

In conclusione, l’uso degli smartphone nelle scuole rappresenta un argomento complesso che richiede una valutazione equilibrata dei suoi benefici e dei suoi rischi. Mentre gli smartphone possono essere utilizzati come strumenti educativi efficaci, è importante considerare anche gli effetti negativi sull’equilibrio mentale e sociale dei giovani.

Come educatori, genitori e professionisti, dobbiamo lavorare insieme per sviluppare strategie che massimizzino i vantaggi dell’uso degli smartphone a fini educativi, mentre rendono consapevoli dei rischi per la salute mentale e il benessere i giovani. Sostenendo una cultura dell’uso responsabile degli smartphone e fornendo risorse educative adeguate, possiamo contribuire a creare un ambiente scolastico sicuro e stimolante, crescendo adulti in grado di padroneggiare lo strumento senza esserne vittime.

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