Educare alla salute (a scuola e a casa): Percorsi di conoscenza e consapevolezza


La salute come bene collettivo

In un momento storico ben definito, a cavallo tra l’800 e il ‘900, in corrispondenza della nascita delle prime considerazioni sulla società civile come organismo vivente che necessita di essere nutrito e tutelato, si forma quella concezione, tutt’ora vigente, che la salute sia un bene collettivo, una dimensione del vivere sociale di cui Governi e Istituzioni si devono, in modo organico, occupare. I risvolti di questa rivelazione – ma sarebbe più corretto parlare di evoluzione – furono subito ben chiari: con l’avvio della rivoluzione industriale, della nascita del proletariato e, successivamente, dell’affermazione di un sistema economico di tipo capitalista, solo chi stava bene poteva effettivamente lavorare. Una società sana, priva di malattie e longeva, è il presupposto ideale per la fioritura economica di un Paese.

Da allora, da quelle prime intuizioni, di strada ne è stata fatta tanta; un primo, importante e decisivo passo è costituito dal riconoscimento della salute come diritto fondamentale dell’individuo.

L’Art. 32 della Costituzione italiana sancisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Ancora, nel 1946, viene istituita l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un’Istituzione internazionale, a cui hanno aderito 194 Paesi, che ha il compito di raggiungere “il più alto livello possibile di salute”. La Costituzione dell’OMS definisce quest’ultima come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”, formalizzando la correlazione imprescindibile tra l’individuo, la collettività e l’ambiente in cui queste entità si muovono.

Un altro fondamentale passaggio storico, in questo senso, è stato il primo Congresso Internazionale sulla promozione della salute, tenutosi ad Ottawa nel 1986, che aveva il compito di raccogliere le esperienze in ambito sanitario e medico degli Stati e delineare le strategie per gli anni futuri. Il risultato del Congresso fu la Carta di Ottawa, un documento i cui principi fondanti valgono ancora oggi; esso definisce la salute come la “misura in cui un gruppo o un individuo possono, da un lato, realizzare le proprie ambizioni e soddisfare i propri bisogni e, dall’altro, evolversi con l’ambiente o adattarsi a questo.”

La condizione di benessere di una persona, o di un gruppo di persone, non è quindi un elemento esclusivamente individuale, frutto di scelte mirate alla nostra salvaguardia nel senso più letterale e circoscritto del termine, quanto un complesso ecosistema in cui entrano gioco componenti come quella sociale, economica e, in un’ultima analisi, ambientale.

Grazie alla progressiva consapevolezza ecologica che negli ultimi anni ha portato avanti il dibattito sull’insostenibilità dei nostri consumi, il rapporto tra salute, ambiente e Pianeta si è ufficialmente consolidato. Fenomeni come l’inquinamento, delle acque e dell’aria, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, solo per citarne alcuni, impattano fortemente il nostro benessere, gravando non soltanto sulla salute, intesa come risposta immunitaria, ma anche sulle abitudini alimentari e sulla capacità dell’organismo di “evolversi e adattarsi all’ambiente”.

Tra gli Obiettivi di Sviluppo SostenibileSustainable Development Goals, SDGs – dell’Agenda 2030 dell’ONU, i traguardi da raggiungere nei prossimi anni per garantire alle future generazioni benessere economico, sociale, climatico e ambientale, l’SDGs 3 è dedicato al tema della salute inclusiva per tutti: un argomento di ampio respiro che comprende tanto la prevenzione e la cura di malattie, quanto politiche di copertura sanitaria universale e accesso ai trattamenti medici.

Il benessere è un elemento così pervasivo e universale che, in realtà, è collegato in varia misura a tutti gli altri obiettivi di sostenibilità: prenderci cura del Pianeta e prenderci cura della nostra salute sono due azioni strettamente correlate tra loro. Vediamo come.

Obiettivo 1. Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo – Sul tema della salute, comporta occuparsi anche delle esigenze sanitarie dei più poveri.

Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile. – Rintracciare cause e conseguenze della malnutrizione, che provoca ancora oggi morti e sofferenze.

Obiettivo 4. Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti.

– L’istruzione è un passo fondamentale per promuovere la salute.

Obiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze. – Combattere tutte le forme di discriminazione e violenza e puntare l’attenzione sulla salute delle donne (contraccezione, gravidanza, IVG, disturbi specifici per cui è sempre più difficile ottenere una diagnosi chiara)

Obiettivo 6. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. – Prevenire patologie grazie a una migliore gestione delle risorse idriche.

Obiettivo 7. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. – L’energia sostenibile è la chiave per ambienti domestici e lavorativi sani ed efficienti.

Obiettivo 8. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti. – Una società più resiliente è una società in cui tutti i suoi componenti contribuiscono al raggiungimento del benessere collettivo. Ciò è possibile promuovendo l’impiego del personale sanitario incrementando i posti di lavoro.

Obiettivo 9. Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile. – Nell’ambito della produzione, è indispensabile innovare la ricerca e lo sviluppo in ambito farmaceutico, producendo prodotti medici accessibili a tutti.

Obiettivo 10. Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni. – Uguaglianza significa garantire le stesse opportunità a tutti e creare una copertura sanitaria universale.

Obiettivo 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. Città più pulite e meno inquinate in cui condurre una vita sana, attiva e longeva.

Obiettivo 12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo. –È fondamentale sensibilizzare a un consumo più responsabile di farmaci e medicinali, per combattere l’antibiotico resistenza.

Obiettivo 13. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico. – I rischi della crisi climatica per la salute sono evidenti e andranno a peggiorare se non si portano avanti azioni mirati a contrastare l’aumento delle temperature e le emissioni di CO2.

Obiettivo 14. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile. – Un patrimonio ittico sano è fondamentale per avere diete equilibrate e diversificate.

Obiettivo 15. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre. – Ripristinare gli ambienti naturali a favore della nostra salute.

Obiettivo 16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile

Obiettivo 17. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile. – Monitorare i progressi nella transizione verso la sostenibilità.

Mettiamoci all’opera!

Gli Obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 sono l’esempio della volontà delle Nazioni del mondo di collaborare al fine di raggiungere uno scopo comune, nell’interesse del singolo così come della collettività.

Imparare, fin dagli anni di scuola, a cooperare e a lavorare in team è fondamentale nel processo di crescita e formazione degli studenti.

Prendendo come spunto gli SDGs, organizzate un’attività che preveda di impegnare il gruppo classe nella realizzazione di un decalogo di obiettivi da raggiungere, collettivamente, entro una certa data. Si può procedere da obiettivi semplici e brevi, con scadenze settimanali, o più a lungo termine da completare entro la fine del trimestre o dell’anno scolastico.

Gli obiettivi da stabilire devono essere collegati alla sostenibilità e alla salute: potete proporre ai vostri alunni di lavarsi bene le mani ogni volta che si rientra a casa, di proteggersi in spiaggia utilizzando le creme solari adeguate, di fare più attività all’aria aperta e di staccarsi da PC, tablet e smartphone per qualche ora, per riposare mente e corpo.

L’esercizio permette di introdurre nella quotidianità di bambini e ragazzi abitudini sane in maniera spontanea e coinvolgente.

Le fake news

Nell’affrontare l’argomento salute, anche nell’ottica di divulgare al mondo della scuola gli strumenti per sensibilizzare i più giovani, è importante accennare ad un fenomeno, sempre più diffuso, che rischia in molti casi di compromettere il nostro sapere e il nostro giudizio.

Mai come negli ultimi anni abbiamo osservato un’attenzione spasmodica verso le fake news che circolano su Internet, sui social, sulle communities online, piccoli germogli, apparentemente innocui, che trovano terreno fertile nella conoscenza parziale, nella mancata ricerca e nell’accaparramento compulsivo di click.

Le fake news vengono definite come informazioni false, fuorvianti e ingannevoli create appositamente per disinformare. Queste bufale, diffuse attraverso Internet, presentano spesso titoloni allarmanti e dati imprecisi, e ci saltano immediatamente all’occhio per la loro natura virale. Proliferano facendosi forza della sensibilità e dell’opinione comune, costituendo attorno a esse una comunità di utenti, che le condivideranno, e nutrendoli al tempo stesso con nuove notizie.

È chiaro che esistano diversi gradi di pericolosità di una fake news: l’impatto di una informazione errata che pubblichiamo sul nostro profilo personale è molto diverso da quello, molto più dannoso, che può generarsi dalla condivisione virale di una notizia da parte di un’autorità competente, intesa sia come Istituzione (per esempio la scuola) sia come professionista (un medico, un giurista, un professore, un’alta carica dello Stato).

Durante la pandemia, complice un’iniziale conoscenza parziale del virus, non sono mancate le fake news e per aiutare i cittadini ad orientarsi nel pantano della disinformazione lo stesso Ministero della Salute ha predisposto un portale in cui è possibile trovare le informazioni che smentiscono le notizie alla luce degli ultimi dati disponibili. (https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/archivioFakeNewsNuovoCoronavirus.jsp)

L’educazione alla salute, pertanto, deve necessariamente passare dall’acquisizione di strategie e competenze da sfoderare per far sì che ciascuno si informi correttamente, e costruisca un bagaglio di conoscenze utili per il proprio benessere.

Mettiamoci all’opera!

Come si smaschera una fake news? Quali sono gli elementi e le componenti da tenere in considerazione?

Una delle primissime cose da attenzionare è sicuramente la veridicità delle fonti: espressioni come “molti dicono” o affermazioni assolutiste spesso sono un campanello d’allarme che ci invita a prestare estrema attenzione a ciò che leggiamo.

Con l’obiettivo di abituare studenti e studentesse all’esercizio critico e alle capacità logiche, seguite questi step per organizzare l’attività:

  • Dividere la classe in due squadre.
  • Preparare una lista di notizie miste tra false e vere, cercando di selezionare quelle che, appositamente, risultano essere più ambigue o difficilmente decifrabili.
  • Predisporre il quiz preparando tante domande quante sono le notizie rilevate; in ogni domanda, inserire una notizia falsa e due vere. Lo scopo sarà rintracciare quella falsa. Per quest’operazione, consigliamo di usare Classi Virtuali di Educazione Digitale, una sezione della piattaforma che permette di creare vere e proprie lezioni digitali comprensive di attività e test di verifica. Accedendo, dall’Area Personale a Classi Virtuali, sarà possibile creare una classe in cui iscrivere gli studenti rappresentanti dei gruppi, eletti in precedenza dagli stessi compagni. Le risposte degli alunni rappresentanti potranno così essere registrate e monitorate dalla piattaforma.
  • Somministrate il quiz agli studenti collegandovi a Classi Virtuali. Ogni squadra identificherà e darà una risposta. La squadra che risponde in maniera corretta guadagnerà un punto.
  • Completato il quiz, decretate la squadra vincitrice.
  • Raccogliete i risultati del quiz e discutete in classe i dati, sviluppando un momento di confronto e dibattito in cui chiedere agli studenti quali sono state, per loro, le domande più difficili, di quante notizie vere erano a conoscenza e quali sono stati gli elementi tenuti in considerazione per valutare la fondatezza e la veridicità di una notizia.

Scopo dell’attività è riconoscere, smontandole, le fake news attraverso piccoli esercizi di analisi e interpretazione. Ogni squadra dovrà non soltanto individuare la bufala, ma anche spiegare i motivi per i quali ritiene che la notizia sia fondata su informazioni sbagliate. È consentita la ricerca di dati e fonti attendibili per portare avanti le proprie tesi.